mercoledì 15 aprile 2015

Il blocco dello scrittore

E così sono passati due mesi e il mio blog sembra in "silenzio stampa". 
Non ho abbandonato Marco ma ormai credo di aver detto tutto quello che potevo su di lui e rischio di ripetermi, in più mi sembra che ormai sia diventato un blog personale e forse dovrei cambiargli il nome.
Ho preso un po' le distanze da ciò che vedo intorno a lui e dai social in generale: 

quello che prima consideravo come una pausa leggera e rigenerante, come un'occasione di distrazione dai problemi quotidiani, ora mi crea disagio e fastidio e allora perchè continuare a farsi del male? 
Ho sempre considerato utili questi mezzi tecnologici, soprattutto per chi, come me, è impacciato nella comunicazione verbale, ma dopo anni in cui ho letto di tutto, credo di aver raggiunto il limite di sopportazione: rappresenteranno anche lo specchio della società ed è vero che certe cose succedono anche nella vita reale, ma dietro lo schermo è tutto amplificato. Non guardare negli occhi la persona a cui ci si rivolge, troppo spesso dà l'illusione di poter dire di tutto, e allora via con insulti, accuse, lamentele, pretese, frasi razziste, omofobe mascherate da battute scherzose, impregnate di bullismo, discriminatorie, dileggi, sberleffi e offese che vanno aldilà di una semplice e sana critica, senza pensare che dall'altra parte ci sono esseri in carne, ossa, sangue, cuore e sensibilità. 
E poi c'è chi mette in evidenza la propria saccenza salendo in cattedra o interviene e critica la tua vita e le tue scelte, oppure sparge cuori e amore e "ti voglio bene" svuotandoli del loro vero valore, salvo poi defilarsi se deve essere solidale o aiutarti in qualche circostanza. 
Una volta c'era l'età dell'oro, ora quella dei fashion bloggers e dei cercatori di likes : foto col famoso di turno magari inventando fantomatiche amicizie o avvistamenti con tanto di dettagli sul dove e con chi, quasi fosse un oggetto da sfoggiare e sotto tutti a fare domande invadenti e ossessive. Mi si obietterà che chi sceglie di fare un mestiere che lo espone, deve adattarsi, che è un privilegiato e quindi deve assumersi anche gli oneri e gli aspetti negativi della situazione. Sì ma io sono abbastanza talebana in questo e quando si tratta della libertà e della vita privata divento una iena, non ci posso fare niente. Mi viene in mente un'intervista recente a  Tiziano Ferro, in cui disse che ovviamente è felice quando i fan lo salutano ma è molto infastidito se trovandosi per caso in un certo luogo, dopo pochi secondi esce la foto sul web e di conseguenza persone che corrono a cercarlo o radiografie sul suo abbigliamento, la compagnia, il modo in cui si muove, lo stato dei capelli, i romanzi su cosa stia facendo. Dite pure quello che volete, giustificando che se una persona è in luogo pubblico è tutto ammissibile, ma non penso che possa essere felice di far conoscere a mezza Italia i posti che frequenta abitualmente, che siano bar, palestre, centri estetici, parrucchieri, ristoranti o negozi.
In alcuni momenti vorrei avere la possibilità di nascere di nuovo, completamente all'oscuro di chi sia Marco e poterlo incontrare in circostanze normali, senza essere così affezionata a lui. Forse mi seguirebbe con un interesse diverso, con altre intenzioni, o meglio, mi piacerebbe ascoltarlo senza la maschera che secondo me un vip assume al cospetto di un fan. E sì, sono convinta che un artista abbia dei pregiudizi involontari: "questa mi ama a prescindere e osanna tutto ciò che dico o che faccio o al contrario con la giustificazione dell'affetto si sente in diritto di criticarmi ferocemente e osservare ogni singola cosa di me".   
Ecco per quale motivo, io che ho una pagina "mengoniana", non ho mai pubblicato una foto che ritrae Marco con un fan incontrato per caso: non mi viene naturale al punto che conservo gelosamente le mie poche, anche perchè attribuisco loro un grande valore affettivo e non amo sfoggiarle come un trofeo. Nonostante ciò, la mia foto profilo di FB ultimamente è quella di un firmacopia, perchè osservandola bene e ripensando al momento, mi sono resa conto che non posiamo per l'obiettivo ma stiamo conversando guardandoci in faccia come due persone "normali" e in questo momento particolare per me, in cui ho bisogno di tornare a credere che esiste una parte bella nell'essere umano, ho bisogno di vedermi accanto a qualcuno che amo, una delle creature che preferisco al mondo che anche se per pochi minuti, non mi ha fatto sentire invisibile.




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