venerdì 19 settembre 2014

Tra parole e note

Tu vai pazza per le parole, vero? Vero che vai pazza per le parole? Mi dai l’idea di essere una che va pazza per le parole. Nel senso che le prendi terribilmente sul serio, tipo come se fossero un bisturi o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.
(David Foster Wallace)


"Essere in brodo di giuggiole" è una combinazione di parole usata esclusivamente nel significato figurato di "andare in solluchero, uscire quasi di sé dalla contentezza" ed è la tipica espressione che descrive il mio stato d'animo di questi giorni. 
Sì, perchè nelle mie elucubrazioni mentali mi ero ripromessa di cercare di essere distaccata quando sarebbe cominciata la promozione dell'album: niente corsa alle ospitate o intercettazione spasmodica di interviste, stare distante dai firmacopia, un vero stress per una pigra come me. Invece il signor Mengoni non permette che ci si allontani neanche per un minuto da lui e cosa si è andato a inventare? Un puzzle figurato da costruire giorno dopo giorno, attraverso suoni e parole che per me, malata di pensieri, è benzina sul fuoco, vedasi l'aforisma postato sopra.
Ci influirà anche che sta facendo come la mia pagina Polveri di Luna, dove cerco di far combaciare foto a citazioni per cui rido, scherzo, faccio battute e vivo con leggerezza tutta l'attesa ma se mi soffermo un attimo su quello che scrive ci cado con tutte le scarpe! 
Studio le sue parole, ricche di significato, lo sento immerso nella sua musica, compagna di vita, nei dubbi e nelle domande senza risposte esposte così senza difese, mi sorride il cuore pensarlo con tutti i sensi accesi, pronto a trasformare in suono anche il ritmo di una noiosa porta che sbatte o una mina che scorre su un foglio di carta. 
Proprio due giorni fa una radio ha chiesto chi vorremmo spiare se avessimo la possibilità di essere invisibili per un giorno e io ho risposto "Marco Mengoni mentre lavora al suo disco". È un mio grande sogno: mi metterei lì in un angolino zitta zitta mentre sperimenta e trasforma immagini in suoni, vocalizza e crea. In fondo non chiedo l'impossibile, no? E lui, quasi avesse sentito, non va a postare il video davanti al pianoforte? Un'epifania per me!
Mi fa tenerezza vederlo mostrarsi senza fingersi un gran musicista ma al contrario attentissimo e impegnato a non sbagliare mentre sfiora quei tasti bianchi e neri, come già fece ad Assago la prima volta di fronte a una vasta platea. Avrei voluto sentire quanto batteva forte il suo cuore in quel momento. 
Io non so assolutamente quali sorprese ci siano in arrivo ma la delicatezza con cui sta condividendo tutto quello che sarà, questo suo modo di corteggiarci (non ha detto che è la fase che preferisce in una relazione?) mi fa sentire ancora una volta il sangue che fluisce nelle vene e mi conferma perchè l'ho scelto allora e sono ancora qui, incatenata alla sua musica.
Mantieni sempre stretto a te questo suono che non ti abbandona, Marco, segui il ritmo del tuo cuore e "non smettere, non smettere mai". Tienici con te.



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