mercoledì 15 maggio 2013

Da Malmo Eurovision Song Contest

Da Febbraio stiamo veramente galoppando. Non faccio in tempo ad assimilare un'emozione che ne spunta un'altra e un'altra ancora. Credevo che tutta la settimana sanremese fosse il top ma non mi ero resa ben conto di tutte le conseguenze della vittoria, invece ho capito che "il meglio deve ancora venire" comincia ad avere un senso: l'uscita del disco e la scoperta del nuovo Marco, tutti gli apprezzamenti da parte di chi fino a quel momento l'aveva ignorato se non addirittura snobbato, l'annuncio delle date del tour, l'emozionante prima e ora la partecipazione all'ESC.
Seguendo la sua avventura mi sono resa conto che la manifestazione è ben più importante di quello che si pensi qui in Italia e, nonostante la pallida promozione fatta dalla RAi che pur trasmettendo semi e finale dovrebbe essere interessata quantomeno all'audience, ha un bel seguito di appassionati.
Domenica Marco è partito per Malmo, dopo il concertone di Radio Italia con una piazza stracolma (ha cantato " In un giorno qualunque", "Pronto a correre" e "L'essenziale" insieme a tutto il pubblico, un colpo al cuore sentire quel riscontro dopo il Teatro degli Arcimboldi)


(Foto di Marco Piraccini)

e twittandoci che ci avrebbe portato con sè;




il giorno successivo ha scritto due volte e allora ho realizzato che veramente ha bisogno del nostro sostegno e vuole sentirci vicini.

Per fortuna abbiamo potuto seguire via streaming l'arrivo sul red carpet di tutte le delegazioni durante la cerimonia di apertura, commentare i look e fare allegramente congetture su come si sarebbe presentatoil nostro, senonché ci ha spiazzato tutti come sempre, portando la sua semplicità con un abbigliamento molto casual in antitesi totale rispetto a quello che indosserà la sera della finale: cappellino, giubbotto in pelle, jeans e una T-shirt con la stampa "Senti il sound" a noi tanto cara a ricordarci che ci aveva veramente portato tutti lì. Dissacratorio, ironico, divertente, umile, una vera ventata di freschezza, all'inizio forse un po' a disagio per la situazione forse troppo patinata (e io che non sopporto le convenzioni, l'etichetta forzata,gli obblighi e la pomposità di certe occasioni ho adorato il suo coraggio di essere se stesso), ma poi saltellante, felice e disponibile al momento di scambiare saluti e foto con il pubblico che lo acclamava.



La sera ci ha ringraziato per la FA che l'ha fatto rimanere nei trend topic per diverse ore scrivendo che ci stava leggendo (spero vivamente di no perché eviterei volentieri qualche figuraccia) e così mi sono resa conto che saranno giorni veramente faticosi per poter star dietro a tutto, anche perchè a Sanremo per lo meno si parlava italiano, invece ora seguire tutte le interviste diventa complicato, avrei bisogno anch'io di un'interprete! Questo comporta che causa Mengoni avrò un nuovo stimolo per studiare meglio l'inglese.

Ieri sera abbiamo potuto seguire la prima semifinale in cui sedici partecipanti si sono sfidati, Marco era presente in platea ed è stato presentato insieme al videoclip che racconta la sua quotidianità. Vederlo in mezzo a tutte quelle bandiere di tante nazioni e soprattutto sapere che ora è conosciuto in mezzo mondo mi ha portato alle lacrime di commozione.
Vola, Marco, vola lì dove ti meriti di stare.


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