venerdì 22 marzo 2013

a Radio1 a Citofonare Cuccarini


L: E' passato un mese dalla vittoria, dopo questo vortice di emozioni come stai? immagino che tu non ti sia mai fermato perchè hai lavorato al disco.
M: La scelta è stata di far uscire il disco in seguito per cui dopo quei cinque giorni sono tornato subito in studio a seguire tutti i missaggi perchè sono un po' un "rompi" in quello che faccio.

L: Il team rinnovato è stata una scelta un po' traumatica o ponderata?
M: è stata drastica sicuramente, perchè quando lavori a lungo con le persone si instaurano rapporti che non sono solo professionali, diventa quasi una famiglia, quindi è stato molto difficile, ho passato un anno pesante ma le esperienze più forti sono quelle che ti rendono più consapevole e ti fanno crescere. Io la vedo in positivo, cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno.

L: Com'è cambiato l'approccio con il lavoro a distanza di due anni?
M: Cambiare un team è come cominciare daccapo perchè comunque devi conoscere e affiatarti con le nuove persone che ti acccompagneranno nel nuovo progetto. Il team è formato da giovani per cui l'entusiasmo era ancora maggiore.

L:  Ma oggi sei molto più presente con la scrittura dei testi
M: In realtà l'ho sempre fatto perchè sono puntiglioso, cocciuto, perfezionista, devo sempre controllare tutto, ma nella scrittura ho scoperto un'altra parte di me. Oggi è molto più concreta, meno metafisica, prima scrivevo un po' tra le righe, dall'Iperuranio, il magico mondo delle idee, ora sono più piantatao in terra. Le collaborazioni mi hanno fatto vivere il vero confronto che prima avevo solo con me attraverso lo specchio. Certo che guardando solo te dopo un po' ti abitui ai difetti per cui gli scambi umani sono fondamentali per quello che poi vai a raccontare su un palco.

L: L'album si intitola PRONTOACORRERE, dove vuoi andare?
M: PRONTOACORRERE è la frase più giusta per questo momento, perchè è una ripartenza, siamo davvero tutti con le scarpe da ginnastica e le lame (ovviamente di plastica) tra i denti.

L: Mi viene in mente quella frase : "Ogni giorno nella Savana quando sorge il sole una gazzella sa che per non venir mangiata dovrà correre. Ogni giorno nella Savana quando sorge il sole un leone sa che per mangiare dovrà correre. Non importa che tu sia leone o gazzella, se vuoi vivere devi correre", tu da che parte ti metti, sei più leone o più gazzella?
M: Un galeone, un misto tra gazzella e leone. Il mondo della musica può essere visto un po' come una savana.

L: Parliamo delle collaborazioni eccellenti italiane e internazionali in questo disco, da Gianna Nannini, a Cesare Cremonini, a Ivano Fossati che ha voluto regalarti una canzone e ha sempre dimostrato grande stima nei tuoi confronti ma sembra una persona piuttosto riservata, com'è lavorare con lui?
M: Si tratta di "Spari nel deserto" e io ancora non ci credo. Per me è un mostro sacro della scrittura. Io lo vedevo un po' irraggiungibile, come un artista inavvicinabile, invece è una persona stupenda, eccezionale. A dire la verità l'ho anche provocato perchè per portare il pezzo dentro il mood del disco ho stravolto l'armonia, quindi quando gliel'ho mandato modificato ho pensato che non mi avrebbe neanche risposto invece mi ha fatto i complimenti per avergli dato una veste migliore.  E' stata una grande soddisfazione, anche quando è venuto in studio per i missaggi e poi siamo stati a cena. Mi dispiace che abbia smesso di cantare ma cedendomi questa canzone mi ha fatto il regalo più bello che abbia mai ricevuto.

L: Michele Serra, uno tra gli autori del Festival, dopo averti sentito ha dichiarato di aver cambiato idea sugli artisti che vengono dai talent. Secondo te come mai esistono ancora questi pregiudizi, anche se per te ormai si tratta di passato remoto?
M: In realtà non mi infastidisce tanto questo quanto il fatto che mi si consideri solo un interprete ignorando che sono anche un autore dei miei pezzi.

L: Per il primo provino a X - Factor perchè hai scelto "Uomini semplici"?
M: Forse perchè mi ritengo un uomo semplice ed essenziale, anche se poi in realtà non lo sono del tutto.

L: Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
M: Vado a periodi, magari mi fisso con la musica classica o col jazz dal quale ho iniziato. Un mio mito è David Bowie, che qualche anno fa ho sfiorato alla Mostra del Cinema a Venezia: sono arrivato in sala trucco poco dopo che lui era uscito e ho sentito che la ragazza che lo aveva truccato non sapeva chi fosse.

L: da 1 a 10 quanto sei orgoglioso di questo disco?
M: Non sono mai soddisfatto del tutto, gli do un 7 che per me è tantissimo. poi aspettiamo il voto del pubblico.

L: Tra gli autori Cesare Cremonini ha scritto per te "La valle dei re"
M: Non poteva esserci titolo migliore per uno che inizia la carriera con un EP chiamato "Re matto". Cesare riesce a descrivere fotografie quotidiane con una frase che mi arriva direttamente al cuore, quindi per lui nutro una profonda invidia positiva.

L: Se tu fossi un animale quale sceglieresti?
M: Son sempre stato legato grazie a mio padre ad un animale molto intelligente e bello esteticamente, scelgo il cavallo.

L: Se fossi un piatto?
M: Una carbonara che mi manca un po': E' un piatto completo, romano.

L: Un film?
M: amo gli horror ma sarei un Tarantino. Non ho ancora visto l'ultimo perchè aspetto che esca il DVD da vedere a casa da solo sul divano. Il mio amore per lui è nato così, vedendo "Le iene" da solo e sono rimasto stupito da quello che erano riusciti a fare con un pao di pinze, una tenaglia.

L: Un mezzo di locomozione?
M : una moto, ho appena preso il foglio rosa e tra poco coronerò il mio sogno, la mia prima moto. Sono stato ostacolato da tutti, poi non ho avuto tempo. E' una moto da passeggio, mi piacerebbe andare a fare un viaggio in Sud America.

L: un personaggio storico?
M: ho appena letto "L'elogio all'imperfezione" di Rita Levi Montalcini, , mi piacerebbe vivere quello che ha vissuto lei e che ha fatto per il mondo.

L: Se fossi un personaggio dei fumetti?
M: Diabolik, anche per l'attaccatura dei capelli anche se lui aveva gli occhi azzurri.

L: Un libro?
M: la trilogia "L'uomo dei cerchi azzurri" di Fred Vargas, gialli ambientati in Francia, mi piace l'atmosfera soprannaturale che descrive e mi ha dato molti spunti anche per i testi. 

L: Una canzone?
M: "Le te verità" di Lucio Battisti, che ha un testo senza tempo.

L: Un colore?
M: Il giallo. Avendo studiato all'istituto d'arte so che è uno dei colori che si acccosta alla follia come sinonimo di libertà.

L: per quanto riguarda il tour, vogliamo ricordare quando inizia?
M: L'8 maggio, poi facciamo una sosta per Malmo e altre date fino a fine mese. Ci sarà forse una parte estiva e poi tutto da confermare.

L: Quale sarà la canzone per l'Eurofestival?
M: Sarà "L'essenziale" . 


L: hai mai pensato di cantare in spagnolo e magari tradurre "L'essenziale"?
M: mi piace moltissimo lo spagnolo, vedremo



L: Cosa provi all'idea di rappresentare l'Italia in Svezia?
M: E' difficile per uno solo rappresentare una nazione creativa come la nostra. Io ce la metto tutta, spero di non fare brutta figura.

L: qui c'è un gruppetto di fan che ti faranno qualche domanda: Francesca, Ginevra, Lara, Arianna, Francesca
M: è una bella cosa, non le ho mai viste. 

F:  escludendo i complimenti c'è qualcosa che ti è stato detto da un tuo fan in questi anni che ti ha colpito particolarmente?
M: Una cosa ironica "Firmami le tette", di più profonde ce ne sono state tante. Mi piace quando criticano un pezzo o un'esibizione e la spiegano meglio di te. Io molte volte attingo da quello che scrivono per fare le interviste. sono critici musicali non da poco.

G: Qual è stato il primo CD che hai comprato e che è stato molto importante per la tua formazione artistica?
M: non mi ricordo, forse quello che mi hanno regalato i miei "Lo Zecchino d'oro".

A: hai fatto l'istituto d'arte quindi sei appassionato di arte. Vorrei sapere la tua corrente artistica e il tuo quadro preferiti
M: La corrente è sicuramente l'impressionismo e come quadro, per descrivere al meglio il periodo di sforzo e di lavoro, "l'urlo" di Munch

La: dalle anticipazioni abbiamo avuto modo di sentire un Marco diverso da quello di Solo 2.0. Ci stai mostrando un nuovo lato di te?
M: Io con i miei fan ho un rapporto strano: Mi piace parlare, spesso devono trascinarmi via. nelle interviste magari non spiccico una parola ma con loro mi ritrovo un po' a casa. In questo disco c'è un Marco un po' diverso rispetto alla scrittura dei testi che raccontano aspetti più reali, concreti, sono fotografie . Su Solo trovavi dei messaggi subliminali, dovevi leggere tra le righe.

L: Con questo nuovo sound, oggi sei fan di te stesso?
M: me lo chiedono spesso, perchè non lo sono mai stato. Questo disco è così disparato che ci trovo sicuramente qualcosa di mio, anche pezzi totalmente autobiografici.

L: c'è un cantante che ti piacerebbe vedere dal vivo?
M: sì, David Bowie
G: Ho notato che rispetto al passato sei diventato più sicuro e diretto anche nelle interviste oltre che sul palco. C'è qualcosa che ti ha portato a questo?

M: Il tuo percorso artistico si modifica in base alla vita quotidiana, a quello che stai vivendo. Sono ancora un po' sulle nuvole perchè mi piace starci ma magari in quattro anni che sono in questo mondo ho imparato alcuni trucchi del mestiere.

L: C'è un brano scritto e composto unicamente da te?
M: solo per il fatto che ci sia un produttore che confeziona il tutto non possono esistere brani completamente tuoi, comunque sì, su 15 qualcuno c'è, poi non mi piace autolodarmi, anche prima se scrivevo tutto io facevo firmare gli altri.

F: Nel video vediamo che utilizzi un pianoforte, hai preso lezioni o ti sei buttato?
M: Nel video io volevo che riprendessero mentre suonavo ma arrivato sul set ho scoperto che il piano era finto, di legno, con i tasti disegnati, così mi sono sfasciato le dita per cercare di suonare. Ho preso lezioni circa sei anni fa e dopo poco sono scappato. Non mi ritengo un pianista e mi sono vergognato per fare due note nello scorso tour. Non ho la sicurezza di un musicista per suonare davanti a un pubblico, mentre a casa sfascio la testa a tutti i presenti.

A: Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata la forza motrice della tua vita?M: Quando la mia prima famiglia artistica mi ha messo davanti a un bivio facendomi capire che se avessi voluto fare questo mestiere avrei dovuto tirarmi su le maniche.

 






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