lunedì 31 dicembre 2012

Marco a Start Up


Credevo che l'anno stavolta sarebbe finito senza Marco, invece la puntata monografica su di lui a Rai 5 è stato un piacevole interludio alla sua mancanza. 
Ho visto un Marco con i capelli scompigliati e l'aria da scienziato strampalato (bellissimo peraltro), con la voglia di mettersi sempre in gioco, divertente e autoironico, che ha dimostrato ancora una volta di sapersi spiegare benissimo di fronte ad un interlocutore attento che gli concede il giusto tempo per rispondere ( mi fa sorridere quel suo modo di ripetere la domanda per riflettere nel frattempo, come si faceva a scuola durante le interrogazioni), che non ha rivelato niente del suo nuovo disco come al solito (ma perchè questa smania di sapere? Io vivo la musica come un'emozione a pelle, ascoltandola e lasciandomi travolgere da sensazioni che nessuna anticipazione sul sound, il titolo o una collaborazione può arricchire), che si impegna ammirevolmente per adeguarsi ad una situazione in cui non è a suo agio ma che è necessario affrontare (avete mai avuto la sensazione di sentirvi fuori posto, inadeguati e provato a non risultare impacciati, finti, bloccati o addirittura pagliacci? E' difficilissimo e lui ci sta provando), che finalmente parla della musica come del suo "mestiere" e non come un fatto occasionale e transitorio, con una nuova luce nello sguardo che dimostra che ha fatto pace con se stesso, con la voglia di combattere e riscattarsi, che sta vivendo in positivo e trae evidentemente beneficio da chi gli sta accanto, che ha avuto la forza di rialzarsi e ricominciare ad avere fiducia, con gli occhioni infinitamente dolci dai quali però ogni tanto fa capolino quella vena di sana follia che spero tanto non perda mai.
Gli auguro con tutto il cuore di aver finalmente trovato "qual è il suo posto" e che riesca a non perdere mai, mai la sua freschezza.

Video tratto dal sito RAI : http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-09d9ddbe-e7b9-4091-8092-778a9d87d90b.html








venerdì 28 dicembre 2012

Intervista a Corriere.it


Perchè "Solo" e perchè 2.0? Passi tutto il tempo a casa su FB?
No, uso pochissimo FB, non ho neanche un account personale, solo quello del fanclub. Non sono solo, la solitudine ha anche belle sfaccettature e io la ricerco, spesso mi tiro fuori da quello che mi sta accanto perchè ne ho bisogno.

E com'è questo Mengoni 2.0?
2.0 è la versione aggiornata di Mengoni. Non sono mai del tutto soddisfatto però su questo disco c'è tanto di me. Magari si poteva fare di meglio però sono abbastanza contento. Significa che comunque c'è una crescita. C'è l'aggiunta dell'elettronica, è il secondo album perchè comunque gli altri erano due EP e un live. Per me è il primo vero disco.

Nei testi c'è tanto di quello che ti è successo in questo periodo, molta autobiografia. In "Solo" parli dell'attesa su di te che immagino sia quella per questo disco, in "Come ti senti" nell'introduzione si sentono delle voci dire "sarà gay, sarà bravo o no, perchè non fa canzoni più commerciali?", "Mangialanima" sembra quasi una critica alla discografia che ti pressa. Hai riversato nel disco tutto quello che ti è successo?
Devo dire che quelli con cui abbiamo collaborato, per esempio Dente (è l'autore di "Mangialanima"), si sono molto attenuti al concept. Negli altri pezzi, almeno quelli scritti e arrangiati da me, come "Solo" e "Come ti senti", abbiamo ceracto di guardare alla solitudine in tutti i suoi aspetti. "Come ti senti" è una critica ai critici, perchè quelle frasi sono state pronunciate veramente e spero che qualcuno si riconosca.

E si vergogni?
No, si vergogni no, perchè poi secondo me va tutto bene, se fai questo lavoro devi aspettarti di tutto.
Sicuramente "Solo", il singolo che ha dato il nome all'album o viceversa, è il pezzo più forte emozionalmente perchè comunque scrivendolo e arrangiandolo, mi sono immedesimato nel toro che, scendendo nell'arena, è quello più solo. Perchè tutti incitano ed esaltano il torero ma il toro sa che entrerà e forse non uscirà vivo.

In questo disco ci sono due pezzi in inglese, come mai questa scelta?
Perchè io, come molti altri, amo cantare in inglese, come amo lo spagnolo e molte altre lingue: E sicuramente è una scelta di suono perchè rispetto all'italiano questa lingua suona diversamente.Mi sarebbe piaciuto inserirne anche più di due ma non c'era spazio.

Il 26 novembre a Milano e il 29 a Roma avrai i primi due concerti. Cosa farai? Tornerà uno spettacolo con conigli matti, scacchi e cose varie?
No, tornerà uno spettacolo 2.0, un po' più asciutto, però lo stiamo mettendo su in questi giorni, abbiamo poco tempo, praticamente ieri abbiamo finito il disco e oggi cominciamo con il tour. Io ho paura di questi due posti, mi sembrano troppo grandi, secondo me il mio team e la mia agenzia sono impazziti.

Però ormai sei un supereroe, dal tuo album si può scaricare anche un fumetto con te come protagonista.
E' un fumetto interattivo, una saga tipo Lost. Solo però non è un supereroe, è una persona normale che immagina e spazia tantissimo con la mente. Dietro c'è una storia che sarà spiegata nel tempo, spero che in fondo sia valsa la pena averla guardata.
Sei un appassionato di fumetti? Hai un comic preferito, chi è il tuo supereroe?
Diciamo Dylan Dog e anche Diabolik l'hanno preso da me, vedi? (mostra l'attaccatura dei capelli sulla fronte). Non sono molto appassionato ma da piccolo non leggevo altro.
(Andrea Laffranchi per Corriere.it - 26 settembre 2011) 



giovedì 27 dicembre 2012

COME TI SENTI?


COME TI SENTI ? ( Marco Mengoni, P.,M.,S. Calabrese, Stella Fabiani, )

...Questo ragazzzo di provincia è entrato di prepotenza nel cuore degli italiani...
...Sarà gay o non sarà gay?...
...Il suo timbro vocale potrebbe risultare irritante...
...Il tuo pezzo non mi piace...
... la tua canzone mi ha folgorato...
... Ma perchè non fate pezzi più orecchiabili, tipo "12 40"?..
...Estroso quanto basta, ragionevole anche troppo...
...questo Mengoni...
...ma con quei capelli, è fuori moda!...adesso va lo stile EMO..
...non avrete mai una copertina...
...ostenta saggezza...

Come ti senti? 
Insomma, un po' strano. 
Io che non mi trovo e tu che mi spieghi chi sono. 
Dove vivresti? A Londra o Parigi? 
E ti vedi ancora con tutti i tuoi vecchi amici? 
Sei possessivo? 
Ti sei mai drogato? 
C'è qualche oscuro segreto nel tuo passato? 
Hai fatto i soldi? 
Ci navighi in rete? 
Butti giù i testi o scrivi prima le note? 

Per cosa piangi? 
Sai trasgredire? 
Quando hai capito che eri bravo a cantare? 
Come ti vesti? 
Le guardi le brutte? 
A chi ti ispiri e che cosa sogni la notte? 
Sei riflessivo o agisci di impulso? 
Eri un bambino ciccione o dicono il falso? 
Sei di sinistra? Li leggi i giornali? 
Se vieni da un talent non puoi avere ideali. 

Cosa vuoi dire? Cosa vuoi fare?
Cosa vuoi dire? Cosa vuoi fare?

Oh, se tu potessi solo immaginare... ( io quasi quasi ti manderei a...)
Oh, se tu potessi solo immaginare...

Come mi sento? 
Domanda fatale. 
E se ti rispondo non stai neanche a sentire.

(Video di Neorax)

martedì 25 dicembre 2012

Buona vita, Marco


L'altro giorno ho seguito attentamente la canzone di De Gregori "Guarda che non sono io" e le sue parole mi hanno spiazzato, come se non fossi già per carattere costantemente piena di dubbi.

"Guarda che non sono io quello che stai cercando 
Quello che conosce il tempo, e che ti spiega il mondo 
Quello che ti perdona e ti capisce 
Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce ....

 Cammino per la strada 
Qualcuno mi vede 
E mi chiama per nome... 

Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando 
Sono qui con le mie buste della spesa 
Lo vedi, sto scappando 
Se credi di conoscermi 
Non è un problema mio...." 

Io capisco perfettamente lo sconcerto di una persona che, diventando "personaggio pubblico" si trovi a dover fronteggiare un cambiamento di atteggiamento da chi magari fino al giorno precedente lo ignorava o addirittura lo disprezzava. Sarà difficile fidarsi, credere che l'amore che ti viene donato sia originato da te e non dall'immagine che dai, anche se penso che ciò che vuoi mostrare o la maschera che indossi faccia comunque parte di te e che ognuno di noi sappia perfettamente che dietro ciò che appare su un palco, una foto o un disco, ci sia un uomo con la sua vita, i suoi pregi, i suoi difetti e le sue asprezze (alcune forse le riconosco anche in me). E se poi riesci a suscitare amore ( e parlo di amore nel senso universale del termine, quello che provi per un familiare, un figlio, un amico vero, un cane, un gatto, una persona di cui vuoi solo il bene) perchè chiedersene i motivi o rifiutarlo? 
E' vero che anch'io, nonostante spesso mi rivolga a Marco, tramite Twitter o FB, come se lo conoscessi davvero, ogni tanto sento qualcosa che stride, perchè in genere mi immagino anche i pensieri di chi riceve elogi, critiche o battute, quindi se per esempio parlo di orgoglio per un suo traguardo, credo che potrebbe pensare "ma che diritto hai per provare questo sentimento nei miei riguardi?".  La stessa cosa per gli auguri di compleanno: ormai siamo così abituati a farne e riceverne da amici virtuali che forse perdono anche di valore e non gli diamo troppo peso.
Io so di non essere il tipo da fermarlo per strada mentre fa la spesa (anche perchè per quale assurdità dovrebbe venire a farla nella mia città?), però se quest'uomo mi regala sprazzi di beatitudine o mi aiuta ad affrontare le difficoltà con la sua presenza nella mia vita, nessuno mi vieta di dimostrargli la mia gratitudine qui, su questo blog che non avrebbe motivo di esistere se lui non fosse venuto al mondo 24 anni fa. E quali parole migliori di quelle di Grossman potrei inventarmi per fargli gli auguri? 

"Cosa augurarti? A dire il vero, dovrei augurarti te stesso, perché tu sei il regalo più prezioso, più raro a cui possa pensare. "

Che tu possa amare e rispettare sempre te stesso, che possa avere accanto qualcuno che ti faccia stare bene e che tu riesca a colorare quelle pagine bianche con tutte le tinte che desideri. Con tutto il mio amore, ovunque tu sia.  


venerdì 21 dicembre 2012

E Sanremo sia


Mi sono mancata! Ho avuto un blocco da quando ho saputo della partecipazione di Marco al Festival di Sanremo. Veramente erano mesi che era nell'aria ma chissà perchè, a ridosso dell'annuncio, mi ero convinta che non sarebbe stato presente, per cui, mentre tutti i fans si sono entusiasmati alla notizia io sono rimasta fredda, senza parole, ma con milioni di dubbi e domande. Sai che novità, ormai credo di essere conosciuta come "la ragazza piena di contraddizioni"! ( cit Sophie Kinsella)
Nel senso che sarei stata contenta qualsiasi scelta avesse fatto, perchè se da un lato non mi piace il circo che gira intorno a Sanremo e inoltre smitizzo che possa essere il santo protettore della musica, dall'altro so che è un'ottima vetrina per farsi conoscere da un pubblico molto più vasto e magari far cadere certi pregiudizi duri a morire. Se non sopporto il fatto che debba essere esposto ad ogni tipo di critica, spesso anche cattiva e vuota, dall'altro sono consapevole che faccia parte del gioco e che sia necessario fare buon viso. Poi, a dire tutta la verità, mi dispiace anche un po' che presenti canzoni non sue, però avendo dietro dei nomi autorevoli certamente è più facile attirare l'attenzione del pubblico e soprattutto di certa stampa e comunque sia, so che riuscirà a mettere la sua bella impronta nei brani che interpreterà, appropriandosene completamente.
Insomma, c'è una grande fibrillazione in giro in attesa di rivederlo su quel palco, tanto che molti lo segnalano anche come uno dei favoriti alla vittoria e ci sono moltissime aspettative. Premesso che per me ha già vinto e che glielo auguro con tutto il cuore, non credo nelle favole da un pezzo, perchè sappiamo benissimo che in quel contesto ci influiscono troppe variabili e non vince sempre il talento o la canzone migliore. Sono però convinta che riuscirà ad ottenere il massimo facendo solo quello che sa fare bene e che vuole: salire lì sopra, impugnare il microfono e cantare abbandonandosi alla musica.
Intanto per scaramanzia, ci sta anche questa foto (e scusate, o voi che leggete, per la confusione mentale):


Vai, guerriero, siamo tutti con te!



mercoledì 19 dicembre 2012

TONIGHT


TONIGHT (Marco Mengoni, P., M., S. Calabrese, Stella Fabiani, Eric Daniel)

All I know's I'm a lucky man,
I try to do the best I can
so I move trying to make things be all right.
I'm so glad that you're in my life
You fill my heart, you fill my sky
I'm so glad 'cause you make it all all right.

And you love me tonight
you love me tonight
you love me
you love me
tonight.

All alone on a regent sea I felt the waves crash over me
When we met well the sun began to shine
Now I Know I'm a lucky man,
I do my best, the best I can for you
when you smile you make everything all right.

and you love me tonight
you love me tonight
you love me
you love me tonight.



martedì 18 dicembre 2012

L'EQUILIBRISTA

L'equilibrista  (di Marco Mengoni,P.,M.,S. Calabrese, Stella Fabiani)
 


Vado via, 
Ora e per sempre, 
Niente più sarà importante 
Qualunque cosa c'è dopo te 
Proverò a non pensarti,
cercherò di non amarti 

Cancellerò anche me come te. 
Sparirò, vado lontano,
libera anche te da questo amore senza più amore 


Poi, col tempo questo male si scioglierà, finirà. 
Il dolore ci lascerà, vedrai. 

Non so più qual è il mio posto 
Troverò l'equilibrista 
Vado via, vado via 
Non so più qual è il mio posto 
Penserò di più a me stesso 
Lasciami andare via, così sia. 
Sparirò, vado lontano,
libera anche te da questo amore senza più amore. 


Poi col tempo questo male si scioglierà, finirà. 
Il dolore ci lascerà. 

Poi soltanto un'assenza che griderà dentro me
niente ormai ti cancellerà 

Guardami per un momento, sono io, sempre lo stesso.





mercoledì 12 dicembre 2012

E sentiamo 'sto sound...forse


E io che credevo di essere solo io come il Grinch in questi giorni!!! Marco Mengoni è peggio, almeno io sto nel mio e non rompo le scatole a nessuno, lui è anche sadico nei nostri confronti...Sei lì che ti girano a mille, ti vengono in mente pensieri che la china nera gli fa un baffo, quando ecco che appare in bacheca col video dei saluti per il sito annunciando un piccolo assaggio di un brano nuovo (notare la telecamera che scuote...ehm..la testa, chiamiamola così). Ti predisponi all'ascolto con tutte le migliori intenzioni...è invece è una SOLA!!!  Grazie Marco, almeno anche stavolta mi hai davvero strappato un sorriso ( imbronciato, ma sempre sorriso è)!




domenica 9 dicembre 2012

Aria di Natale con Marco


Se Francesca (EffeCi5) avesse pubblicato questo video qualche ora prima ieri, lo avrei mandato in loop mentre addobbavo il mio albero, per cercare di creare lo spirito natalizio mancante, perchè in questi giorni mi sento tanto come il Grinch.
A parte gli scherzi, ascoltando "White Christmas" mi sono ricordata dei meravigliosi toni bassi e caldi di Marco, anche se in effetti ne eravamo rimasti tutti piacevolmente sorpresi anche durante "Can't help falling in love" nel tour teatrale. Insomma, in queste fredde giornate invernali fa comunque piacere sentire i brividi ascoltandolo.





sabato 8 dicembre 2012

UN FINALE DIVERSO


UN FINALE DIVERSO  (Neffa, Marco Mengoni, P.,M.,S.Calabrese, Stella Fabiani)  

Dammi qualcosa che non hai
Dammi qualcuno che non sei.
Fammi vedere se tu sai giocare senza regole.
La luna non mi sorride più, le stelle fanno rumore
La via d’uscita non so dov’è

Tu pensi solo al tuo lavoro, mi sembra che continui a fare lo stesso discorso
E invece dicostruire un muro, perchè non provi a immaginare un finale diverso

Dimmi qualcosa che non sai, quello che non ricordi più.
L’unica cosa che vorrei probabilmente non sei tu
La notte è giovane però tu sei dentro a un giorno che muore
Devo fuggire da me e da te

Tu pensi solo al tuo lavoro, mi sembra che continui a fare lo stesso discorso
E invece di costruire un muro, perchè non provi a immaginare un finale diverso

Forse domani ti sveglierai cercandomi nella tua casa di bambole
Mi sembra che continui a fare lo stesso discorso.
Perchè non provi a immaginare un finale diverso.





martedì 4 dicembre 2012

Dicembre

Oggi ho sentito Arisa dire: "Noi non salviamo il mondo, non cancelliamo il debito, siamo utili solo all'anima". E ' vero, sembra assurdo ma quello che ti succede ascoltando una melodia o una voce è inspiegabile e capace di alleviare tutte le inquietudini che fanno parte di te. Io a dicembre so che sono molto antipatica, per tutta una serie di malumori che mi tormentano e si accentuano durante le feste, quando sono obbligata ad indossare la maschera di circostanza da usare in famiglia. Praticamente salterei a piè pari trenta o quaranta giorni, perchè non sono capace di fingere un calore e un'armonia che non sento, anzi, mi sembra di essere anche ipocrita quando ci provo. 
L'anno scorso però, c'è stato qualcosa che mi ha aiutato ad affrontare queste pesanti giornate: ero reduce da un pieno di emozioni per le due anteprime del Solo Tour, in attesa della data di Firenze, del concerto di Natale e di quello di fine anno, stavolta invece la vedo dura e in certi momenti mi fa anche male ascoltare Marco.
Ma non mi arrendo mica: mi sto preparando il dvd del tour teatrale, anche se, a ben pensarci, potrebbe inviarne lui una copia (visto che sappiamo che è in suo possesso) a tutti noi che lo seguiamo con tanto amore. Mengoni, stavolta potresti farci tu un regalino da mettere sotto l'albero, che ne dici? 


(Fabrizio Caperchi Ph)

Intervista a GIOIA novembre 2011


ROCCARASO:
Ha passato l’adolescenza a tirarsi il ciuffo sugli occhi per passare inosservato. E anche adesso, alla vigilia del tour, ogni tanto si chiude la porta alle spalle e parla con se stesso allo specchio. Nella vita e nella musica, non scommette sulle persone impeccabili: “Credo nella bellezza di una stonatura”

Al primo impatto, Marco Mengoni sembra una bestiola selvatica, ancora giovane e traballante sui lunghi arti, affascinante ma difficile da avvicinare. Siamo in quei momenti subito prima di un’intervista fatti apposta per depistare le parti, quando, ed è il caso, un timido può diventare sfuggente e ipercinetico, incapace per i primi minuti di sembrare a proprio agio.

Marco, 22 anni e 11 mesi, nato a Viterbo il giorno di Natale, vincitore della terza edizione di X Factor e, nel 2010, del Best European Act (mai un italiano prima di lui) agli Mtv Europe Music Awards, temporeggia e scivola via, poi torna e, gentile, fa gli onori di casa nel suo camerino: "Prego, dice rivolgendosi a me e alla sua addetta stampa Marta,  prendete quello che volete. Ci sono i succhini – s’avvicina un secondo e piroetta via dal tavolo imbandito e intonso – e la frutta, ma fossi in voi la eviterei perché sta a marcì. Volete il caffè?".

Il caffè scalda non solo le nostre mani gelide. Il primo impatto evapora anch’esso e ci sediamo, lui per terra, mai nella stessa posizione per più di dieci minuti, e iniziamo a chiacchierare nella buffa cornice del palazzetto del ghiaccio di Roccaraso, in provincia dell’Aquila. Qui nell’Alto Sangro, Roccaraso è famosa per gli impianti sciistici, ma oggi ancora si gode la quiete novembrina. Neppure un fiocco di neve ha sporcato i colori d’autunno e la città sembra quasi disabitata.

Dentro il palazzetto, invece, tutto il chiasso e il viavai che precedono un evento, in questo caso il Solo 2.0 Tour (dal titolo del disco, subito numero uno nella classifica italiana), che proprio a Roccaraso avrà la sua data zero. Questo, tuttavia, è il posto perfetto per fare le prove generali, anche dal vivo e con il pubblico, di un tour che ha tante particolarità, di cui è assai fiero il suo “re matto”.

Da quanto tempo è rintanato quassù a provare?
Una settimana circa. Ma mi pare un mese. Voglio per davvero seguire ogni aspetto di questo tour in prima persona e se c’è da restare fino alle cinque e attaccare alle sette lo faccio. Si esce di qui che non c’è un’anima in giro, solo un freddo dell’anima, ed è una bella visione quella di una città vuota, ma che aspetta qualcosa. Non c’è malinconia in questa solitudine di Roccaraso: c’è l’attesa.

L’attesa di quel caos che lei sta già vivendo con le prove. Quindi ora ha i baffetti perché non ha neppure il tempo di radersi?
Mannò! Volevo sembrare più cattivo, visto che bene o male devo dire la mia, devo anche… comandare. Insomma, così non sembro più cattivo? (Lo dice a fil di voce e aggrottando la fronte in una mimica spaventata, ndr).

Con i capelli tirati indietro e il baffo sottile mi ricorda vagamente Banderas.
In Intervista col vampiro?
Dovrebbe sbiancarsi un po’ …
Ma come, so’ così pallido… Guardi che so’ proprio pallido! (Si stropiccia il viso davanti a uno specchio, ndr).

Allora è vero anche che al mattino per prima cosa si mette gli occhiali da sole?
Le prime due o tre ore che sto sul palco ho gli occhiali. Credo che non mi si possa vedere, perciò è anche un gesto altruistico.

Dopo quelle due o tre ore che cos’è cambiato lì sotto?
Niente. Ha ragione. Sa qual è la verità?
No.
Che io, prima del successo, non avrei mai messo degli occhiali da sole. Pensavo fossero troppo stravaganti, che dessero nell’occhio e questo mi spaventava tantissimo. Il “vecchio” Marco adolescente girava con il ciuffo lungo schiacciato sugli occhi, pantaloni della tuta, felponi in cui affondare, per passare inosservato, mettere le mani avanti e non essere giudicato. La musica ha tirato fuori la mia eccentricità, che non è una mascherata, è quello che ho schiacciato per tanto tempo. Io ero, sono e resto timido. Non sul palco, ma nella vita. Ora sono molto più libero, ma ancora certe cose non riesco a farle.

Per esempio?
Chiamare un taxi. O prenotare un ristorante. Me vergogno proprio (e le mani spariscono nelle maniche del giacchetto di jeans, il viso è solo occhi, enormi, scuri, onesti, ndr).

Ora invece ha in mano il suo tour: mi racconta che cos’ha di speciale?
Nel nostro piccolo, viviamo una situazione opposta a quella dominante nella società. Qui lavorano solo giovani, anche se non hanno tutta quell’esperienza che può avere un professionista. Dalle grafiche, ai costumi fatti da una ragazza dell’Accademia di Brera, ai ballerini, che stavano a scuola a studiare fino a ieri, ho voluto ribaltare i soliti canoni. Anche perché a questo punto essere o non essere professionisti, in Italia, non so più che significhi. Per me le persone devono essere professionali e va data loro una chance: ma quando sono giovani, non quando hanno già tre figli! La band che mi accompagnerà è sempre quella pre-X Factor: sono ventenni, un po’ acerbi, ma su di loro ho scommesso contro tutti. Potevo avere dei professionisti impeccabili, ho voluto credere nella bellezza di una stonatura, di un errore, quando alla base c’è un feeling e una fiducia così forte. Meno professionismo, e meno giro di soldi c’è, più sale la voglia di spaccare.

Le sue canzoni parlano di solitudine. Lei come vive la sua?
Nessuno al mondo scampa a lunghe o brevi parentesi in cui è solo. È diverso quando quella condizione la vivi come una necessità. Io ricerco la solitudine perché ne ho un profondo bisogno. Anche qui, specialmente qui, che ho contatti umani moltiplicati per 100 rispetto alla normalità, ogni tanto mi isolo. Mi guardo allo specchio, mi metto a dialogare con me stesso, cerco di criticarmi – e mi riesce meglio – o di farmi i complimenti. È il mio momento di astrazione dagli altri nel caos di adesso, mentre nella vita normale la solitudine la riempio bene, la vivo bene, ci sto e non ho bisogno di distrazioni. A casa non ho manco la tv.

Come è messo, invece, ad affetti? Sembra dura conquistare la sua fiducia. O sbaglio?
Non sbaglia, lo dico sempre che sono un cinico str*** e pure testa di c***, ci siamo capiti. Mi fido molto poco e sì, sono diffidente. Forse perché sono ancora insicuro, più di quanto ammetta con me stesso. Ho paura di svelarmi e di essere giudicato, specie se sono persone che stimo o con cui c’è un feeling speciale. Se prima ero così, il successo ha esasperato la diffidenza. Per forza di cose. Però continuo a credere che in questa società la diffidenza, se non diventa paranoia, è davvero utile.

Ha sbagliato spesso nel dare o non dare fiducia a qualcuno?
Chi non sbaglia? Se uno un minimo vive, è impossibile che non faccia errori del genere. Io ho perso dei treni, anzi no diciamo dei taxi, perché ho fatto delle scelte sbagliate. Ma intanto grazie al cielo ho la libertà di scegliere. E di sbagliare. Al contrario sono stato ferito da persone a cui mi ero dato, ma son cose che riesco a cancellare. Non porto cicatrici. Dopo la prima botta di dolore, penso che protrarre depressione e sofferenza troppo a lungo sia ingiusto verso se stessi. A un certo punto te devi vole’ bene.

Ho notato un certo suo malcontento verso il nostro Paese …
Purtroppo sì. E dico purtroppo perché io adoro l’Italia, penso sia un bacino, geograficamente, culturalmente e artisticamente, di una potenza rara. E se le cose vanno male mi arrabbio. Manca l’intenzione da parte di chi ha il potere di fare la cosa migliore. Al solito prevale l’interesse personale. Basta con il magna magna, ve ne prego. Spero che questo governo tecnico aggiusti qualcosa.

Com’è stato duettare con Lucio Dalla per la canzone Meri Luis, che è nel suo nuovo album?
Ti aspetti che uno come Lucio, che ha fatto la storia della musica, ti sputi in capoccia pure mentre gli baci i piedi, e invece ha un’umiltà incredibile, soprattutto ha una fame di musica da pischello. Lucio è assurdo nel miglior senso che si può dare a questa parola. Lucio, e mi vengono i brividi a parlarne, è energia pura e pulita. Stavo registrando nel suo studio e lui per la gioia saltellava sulla sedia con il piede ingessato! Oltre a Lucio ho avuto la fortuna di conoscere Adriano Celentano e Mina, e ho capito che i grandissimi hanno una voglia di arte infinita e la voglia di combattere contro quello che non va nel nostro sistema. Hanno la gioia, ecco. E io, che non sono nessuno, ora che quella gioia l’ho vista nei loro occhi lo devo fare per forza, ’sto lavoro. Perché, tra qualche anno, quello sguardo lo voglio anch’io.(Carlotta Sisti per GIOIA novembre 2011 )



sabato 1 dicembre 2012

Marco on-line


In questi giorni Marco è presente nella nostra vita costantemente, tramite Twitter o Facebook. Complice il fatto che un concorrente di X-Factor, Davide Merlini, si presentasse con " In un giorno qualunque" il suo nome è stato protagonista più del solito tanto che giovedi scorso è entrato anche nelle tendenze nazionali. Lui è intervenuto personalmente scherzando e facendoci arrovellare con i suoi giochi di parole o frasi in sospeso ed è fantastico che piano piano riprenda la voglia di interagire con noi condividendo quello che gli piace o che lo incuriosisce. Anche se dice di preferire i contatti faccia a faccia questo per noi rimane l'unico modo per sentirlo più vicino.
Ieri sera però mi ha fatto sorridere e anche pensare perchè ha messo le mani avanti parlando del film che aveva appena visto al cinema, "Una famiglia perfetta".
Ha scritto:"NESSUNA SPONSORIZZAZIONE, NON SONO STATO PAGATO, NIENTE DIETROLOGIE..SOLO TANTA STIMA PER GLI ATTORI E.. "UNA FAMIGLIA PERFETTA" E' UNA GRANDE IDEA!!"
Forse ha cercato di evitare le fantasia più assurde, i film, i collegamenti inesistenti che si vengono a creare ogni volta che prova a scrivere qualcosa. Se veramente dovesse collaborare con tutti gli artisti che ha avuto modo di vedere in concerto e che gli sono stati attribuiti da noi fans, sarebbe sicuro di avere materiale per fare dischi nei secoli dei secoli!
Resta un bel sogno avere la possibilità di scambiare opinioni semplicemente, (anche perchè ora mi sono abituata ad avere un suo cenno ogni giorno...) dopo aver visto o sentito qualcosa che ci ha colpito come fossimo "quasi amici", almeno lasciamolo libero di dare suggerimenti e di esprimersi come desidera senza fargli provarei la sensazione di dover camminare sulle uova o di dover rimpiangere di averlo fatto.