martedì 16 ottobre 2012

Ricordando il Re Matto tour

In questi giorni di attesa in cui Marco sta lavorando per il nuovo disco, girando tra le cose che mi hanno colpito e che ho archiviato, ho ritrovato questa recensione scritta da Gabriella Scarpino dopo aver assistito alla  data milanese del Re Matto Tour e mi piace riportarla qui.


Lunedì 3 maggio.
L’ho segnato sul calendario da circa due mesi. Da quando il signor Marco Mengoni  in persona mi invitò a sentirlo live all’Alcatraz di Milano. Arrivo lì, circondata da uno stuolo di adolescenti in delirio con magliette bagnate dalla pioggia e da tanti adulti impegnati 

a controllare le loro fotocamere.

Caro Marco “cosa mi aspetto da te?” Ti ho ascoltato, persa davanti alla tv, ho comprato di corsa i tuoi cd: ora siamo alla resa dei conti, ti ascolterò dal vivo. E se dovessi scoprire che sei come tanti altri prodotti discografici, perfetti su cd, deludenti sul palco? La risposta alle mie paure arriva alle ore 21.19. Marco irrompe sulla scena, 
Marco rompe la scena: la sua fisicità, il suo carisma e, ragazzi, la sua voce ipnotizzano e lasciano senza fiato. Bellissima la scenografia, splendide le coreografie, ma la verità è che anche su un palco vuoto, buio e senza strumenti, Marco trionferebbe lo stesso.

Da artista consumato a soli 21 anni e da soli 6 mesi, 
trascina il suo pubblico,

lo ammalia con le sue movenze 
a metà tra gioco e malizia, lo incanta con la sua voce potente e portentosa. Sì, perché è davvero un prodigio che lui riesca non solo ad arrivare, ma soprattutto a superare certi livelli di altezza: nel momento in cui pensi che la sua voce si strozzerà – no, qui nessuno ce la può fare!! – lui con scioltezza va oltre e oltre e oltre. Il Marco su cd e il Marco dal vivo sono due mondi diversi: la sua personalità, la sua duttilità, la sua naturale inclinazione a scoprire ogni volta strade nuove nella stessa canzone, la sua voce pazzesca dirompono prepotentemente dando uno stacco 10 a zero rispetto a qualunque prodotto preconfezionato.

Il live è il mondo di Marco: qui riesce a raccontarsi, 
qui riesce a trasformarsi,

qui riesce a dare anima al suo innato spirito rock, 
alla sua arte, al suo modo di essere, alla sua mattità che spinge ogni volta a chiedersi: cosa combinerà adesso? Come canterà questa canzone? Dove arriverà?

In un mondo dove non ci sorprende più niente, sentire cantare questo ragazzo è una meraviglia.
Grazie, Marco.
Grazie per amare così tanto la musica, 
grazie per il tuo spirito libero; grazie per le emozioni che ci regali. Grazie davvero.




La recensione di Re matto
07 maggio 2010   Di Gabriella Scarpino
Vorrei averla scritta io, solamente che io non stata invitata da Marco Mengoni in persona e neanche ero presente, ho vissuto tutto solo attraverso i video e le sensazioni sono le stesse, leggermente filtrate e senza l'adrenalina del concerto live  ma la forza trascinante di Marco è arrivata tutta comunque e mi ha convinto a seguirlo ad occhi chiusi qualsiasi strada scelga di intraprendere ( e conoscendolo un pochino ho l'impressione che non sia solo una).





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