mercoledì 4 aprile 2012

IL RE CONSAPEVOLE

Tutto si può dire di Marco Mengoni, tranne che si lasci travolgere dagli eventi. Si butta in un'avventura dopo l'altra ma poi vuole il tempo per valutarne i risultati. Così è successo dopo la prima parte del Solo 2.0 Tour: c'era qualcosa che non andava e c'era bisogno di aggiustare il tiro. Ed ecco che i nuovi concerti primaverili nascono da un presupposto radicalmente diverso: meno spettacolo, più contenuti. Ci ha spiegato tutto poche settimane prima di partire in tournèe.

Avete presente il Marco Mengoni che avete visto nel Re Matto Tour? Avete presente il Marco Mengoni che avete visto lo scorso autunno nel Solo 2.0 Tour? Ecco, dimenticateveli entrambi. Il Marco Mengoni che incontro è un ragazzo pacato e riflessivo, nonostante qualche uscita mi faccia intendere dove abbia origine quella mattità con cui negli ultimi anni ha conquistato il pubblico. S'illumina quando racconta che la sera prima ha assistito all'ultimo concerto di Ivano Fossati e gli ha battuto le mani fino a sentire i palmi doloranti. Diventa serio e posato quando mi spiega che ha impiegato i due mesi trascorsi dall'ultimo live di gennaio, per fare un po' di pensate, sia sul piano professionale che su quello personale " La prima parte del tour era troppo piena di me, forse è stato un po' troppo autoreferenziale" Esordisce così per spiegare le conclusioni a cui è arrivato, che a dire la verità mi spiazzano. " Sicuramente dopo il Re Matto Tour dovevo confermarmi con una tournèe diversa come quella di Solo 2.0 e un po' di agitazione c'era. La paura non ti fa  agire come vuoi e io, per non rischiare di cadere, ho buttato dentro al calderone tutto quello che avevo. Ma questo tipo di atteggiamento non sempre premia: in questo tour spero di fare un po' meno ma di dare molto di più". Rileggendo l'inervista uscita sull'Onstage di novembre - raccontava di come si soffermi solo sulle critiche negative, anche e soprattutto se sono in minoranza rispetto a quelle positive- non posso fare a meno di chiedergli come sia arrivato a questa conclusione "Ora non mi soffermo più su niente. Ho capito che era semplicemente troppo e infatti sto equilibrando e calibrando un po' il tiro". Un'altra risposta inaspettata.
VA' DOVE TI PORTA LA MUSICA
Un aiuto a tracciare il bilancio della prima parte del tour, che si è svolta in autunno nei palazzetti, gli è venuto anche da un'esperienza particolare e lontana da quella musicale: il doppiaggio. Marco infatti ha prestato la voce al personaggio Once-ler per il cartoon movie Lorax- Il guardiano della foresta, che uscirà nelle sale cinematografiche l'1 giugno ed è tratto dall'omonima favola a tema ecologico di Dr. Seuss. "Once -ler è il cattivo della situazione che alla fine si rivela meno malvagio di quanto sembri. Ci accomuna innanzitutto l'aspetto, perchè siamo entrambi due stecchi alti e mori, anche se lui ha gli occhi azzurri. A parte la somiglianza fisica, nella sua essenza è molto simile a me:  in alcuni frangenti anch'io mi sono fatto trascinare dagli altri allontanandomi da me stesso, sbagliando. E come lui sono anche un po' stronzo e arrogante e faccio fatica ad  ascoltare. L'importante è esserne consapevoli e cercare di migliorarsi." Il rinsavimento e riscatto di Once-ler sul finale della storia ha dato modo a Marco di riflettere sui suoi rapporti con le persone. "In questo ultimo periodo mi sono concentrato sulle relazioni umane e dico che sarebbe molto meglio restarsene chiusi in casa perchè è sempre molto difficile mantenere dei rapporti, sul lavoro così come in amore e nelle amicizie. Mi sono scervellato e spero di riuscire  a esprimere le mie riflessioni nella musica, anche perchè la musica stessa è come una relazione. Non puoi sfuggirle, devi seguirla anche quando non vuoi, devi  andare dove ti porta e basta."


DESTINAZIONE NEW ORLEANS
Per Marco andare dove lo porta la musica si traduce in arrangiamenti inediti e un'insolita ambientazione per questa nuova tranche del tour. "Per descrivere al meglio la complessità del reale si deve ricorrere a contaminazioni diverse. I live di aprile si muovono nella direzione del western e delle Motown, con destinazione New Orleans. Tutto è stato ripensato secondo questo stile, diminuendo la spettacolarità per dare maggior risalto ai contenuti  e  allla musica." L'impronta sarà molto più americana per assecondare la sua naturale propensione all'r'n'b, il soul e la musica nera in generale, senza però dimenticare un po' di sano western italiano alla Sergio Leone. Per ricreare questa nuova atmosfera Marco sarà affiancato da musicisti che suonano strumenti mai usati prima nei suoi live, per esempio i fiati. Vista la particolare ambientazione, le aspettative restano alte anche per quanto riguarda la regia  e la scenografia, che Marco ha  anche stavolta curato in prima persona. "Sono molto attento a questi elementi perchè concorrono alla descrizione di me stesso che deve emergere nei live. Non interessarmene significherebbe farmi racccontare da chi mi vede dall'esterno e potrebbe venirne fuori un'interpretazione , piuttosto che una reale rappresentazione di come sono io. Ovviamente è una fatica in più ma ne vale sicuramente la pena."


DUBBI E CAOS
La precisione con cui  Marco vuole raccontare se stesso diventa provocazione quando si tratta della sua arte. Ne è un esempio l'ultimo video di Dall'inferno. Neanche il tempo di pubblicarlo in rete che già si scatenavano opinioni e pareri sul significato che nasconde dietro le sue criptiche immagini : una ragazza immersa in una vasca piena di acqua e fragole, un'enorme gabbia dalla forma umana che prende fuoco, sono solo alcune delle scene particolarmente significative. Quale idea esprime il video? Lo chiedo a Marco ma mi becco un bel " Non lo dirò mai!" e una risata dal piglio quasi diabolico, rimanendo in tema. Per capire l'arroccamento di Mengoni dietro questa posizione bisogna seguirlo indietro nel tempo, fino a quando andava alle superiori, periodo in cui libri e professori forgiavano la persona che è diventata da adulto. "Un insegnante dell'istituto d'arte dove ho studiato diceva sempre di non dare mai spiegazioni delle proprie opere perchè il bello dell'arte è sentire le opinioni degli altri e lasciare che vengano fuori tutti i significati possibili sulla base del background e delle esperienze di ognuno. Il video di Dall'inferno è pieno di immagini anche un po' strane e di flash ed è stato montato così per suscitare dubbi e caos o anche niente." A qualcuno però l'idea che alla propria arte sia data un'interpretazione sbagliata o diversa da quella originale può dare molto fastidio. "Io preferisco che le persone si facciano un po' di viaggi mentali per cercare di capire il perchè di certe scelte e accostamenti piuttosto che rinunciare a questa dinamica in favore della linearità e della chiarezza.." Poi però ancora una volta, come un fulmine a ciel sereno, arriva una battuta  a confondere le acque " O forse nascondo semplicemente una grande banalità di fondo, che ha bisogno di essere celata da un mistero o da una leggera nebbiolina. E' lo stesso discorso delle relazioni personali di cui parlavo prima, ingarbuglio sempre tutto."
I PEZZI DEL PUZZLE
Saper andare oltre l'apparente semplicità delle cose e individuarne la complessità, il livello più profondo, può essere un talento particolare più che un difetto. E un approccio alla realtà tipica delle persone sensibili, che hanno bisogno di smontare i pezzi che la compongono, per capirla intimamente e viverla in modo più consapevole. E' un po' come quando si è bambini e si smontano i giocattoli per vedere come sono fatti, solo che poi, da adulti, si riesce anche a ricomporli e rimetterli al loro posto. Nel bel mezzo della scomposizione tutto sembra più confuso, come quando si deve cominciare a fare un puzzle e ci si trova davanti ad una montagna di pezzi da mettere insieme, ma alla fine, con pazienza, se ne viene sempre  a  capo. Per tornare all'ambito musicale, c'è chi fa fatica sul fronte vocale e chi, come Marco, ha una voce naturalmente dotata, i cui pregi sono stati riconosciuti anche da Lucio Dalla ( che l'ha voluto nel suo ultimo disco per la canzone Meri Luis). Durante un'intervista rilasciata al Giornale, Dalla ha detto che Mengoni "ha una voce incredibile, sembra Prince. Potrebbe diventare un talento internazionale, quando i nostri cantanti arrivano al massimo a  San Marino."
Chi parte con un presupposto così, ha l'altrettanto arduo compito di portare avanti la ricerca e il proprio lavoro sul piano artistico. Allora ben vengano soluzioni live che mettono al centro l'aspetto canoro e ben venga la decisione di lasciare il campo libero alla creatività e agli eccessi, laddove la voce può passare in secondo piano, come nei video.
Dopo le concessioni del Re Matto tour e della prima parte del Solo 2.0, è arrivato per Marco il tempo di cambiare rotta e percorrere nuove strade. Siamo ad un punto di svolta, è arrivato il momento di mettersi in gioco con un approccio totalmente diverso. Come un vero pistolero, per tornare  alla metafora western, il vincitore di X-factor 2009, sta per affrontare un duello. Chi la spunterà? " Bisogna buttarsi. Io non so come sarà questo tour, ma  abbiamo in mente un'idea e faremo del nostro meglio per realizzarla, se poi verrà veramente come avevamo pensato o meno chi lo sa.  Magari ci saranno dei risultati inaspettati." Ai fans e agli spettatori dei prossimi concerti l'ardua sentenza. 

Tratto da http://www.onstageweb.com/magazine/onstage-magazine-aprile-2012/

(foto di Liz Argenteri)







2 commenti:

  1. Grazie! Ho potuto leggere con piu' chiarezza! A Marco posso soltanto dire : Io ci saro', SEMPRE!

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  2. Marco, lasciati andare.....Tu sei la musica!!!1

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